martedì 26 gennaio 2010

Zia Congetta

Stanno arrivando i genitori della coinquilina. La madre è una di quelle che la prima volta che venne si mise ad elargirci consigli su dove tenere il cestino delle spezie e ogni quanto sarebbe accettabile buttare la spazzatura.
La figlia lo sa, e alle undici del mattino è già in cucina che spolvera e passa lo straccio.
Io, in pigiama e ancora col sonno negli occhi, sarò costretta a salutare. E una delle cose che odio di più al mondo è salutare. Soprattutto una che mi viene a dire dove sarebbe meglio che tenessi le cipolle nel frigo.
Io sono dell'idea che in una casa in cui si convive, bisognerebbe avere il buon senso di non portare mai e poi mai i rispettivi genitori, soprattutto quando se ne hanno un paio così.
Ma fuggire ormai non si può più.
Proprio oggi che mi ero decisa a concludere qualcosa.
Il mondo intero sta tramando contro le mie buone intenzioni, e ogni scusa è buona per perdere l'equilibrio.

lunedì 25 gennaio 2010

neverending story

Una chiave sul marciapiede che tintinna. La raccogli e ti accorgi che era tutto quello che cercavi. Era bastato guardare in basso come non facevi mai.
Cerchi di ristrutturare un'immagine di cui ti sei sempre curata troppo, ma ormai è tardi, di nuovo tardissimo. Ti strapperesti gli occhi dalla faccia se potessi. Masticheresti la lingua se solo ne avessi il coraggio. Vorresti tagliarti per caso? Non c'è un taglierino nemmeno a pagarlo oro.
Ti sei strappata via pure i piercing come fosse una rivoluzione, ma non è servito.
Vorresti essere un uomo per andare a puttane e sputare per terra, senza ricordarti che da donna queste cose le hai fatte tutte. Le mani ti tremano, ché c'è un passato in cui ti vorresti gettare cancellando tutte le fatiche, e lo sai che ti basterebbe fare una telefonata. Allora prendi il telefono, esiti, piangi lacrimoni da bambina e fai il numero della pizza a domicilio. Vorresti dire due parole a Freud sul desiderio di morte.