sabato 24 ottobre 2009

lo so benissimo che è così che si vive. che le giornate inevitabilmente sono piene di doveri, incombenze e sacrifici. so bene che il piacere arriva per ultimo nelle vite della gente normale. devo arrendermi al dovere, agli impegni. devo arrendermi a un mondo che inevitabilmente non si preoccuperà mai troppo per me, anzi nulla. dopotutto il mio strizzacervelli è stato chiaro: accettalo; fallo entrare in quella testa che se non importa a te non importa a nessuno.
sento un sacco di mancanze stasera. mi aggiro per la casa vuotissima, e buia. mi trucco. piango e guardo la matita colarmi sulle guance. avrei voglia di sporcarmi come facevo qualche tempo fa. solo che ho smesso di essere cattiva. e la matita nera non la uso più da tempo ormai. non mi riconosco. o meglio, mi riconosco benissimo e mi fa paura.
m'infilo gli stivali e ripenso a quanto è lontano quel nomignolo pericoloso che mi avevano appiccicato. realizzo che siamo tanti sotto la pelle. mi lecco il rossetto sulle labbra e esco. per strada ho paura. avevo dimenticato gli sguardi della gente e non riesco più a tenere testa ai cattivi sui cigli delle strade. mi vedo soccombere sotto un pericolo dal quale poco tempo fa sarei riuscita abilmente a cavarmi. poi mi fermo e penso che sì, io così mi preferisco. mi accorgo di continuare a versare un sacco di lacrime, ecco cos'erano quei punti interrogativi sulle facce della gente. devo sembrare proprio matta vista dall'esterno. bestemmio e giro i tacchi. ho ancora un sacco di cose con cui misurarmi

Silence is sexy

Confido nel silenzio assoluto.
E questa.

mercoledì 14 ottobre 2009

son cose

Quell'esserino meraviglioso che si chiama Pistrilliti ha una cosa per le mani.
E' una cosa bella, che sarebbe anche la prima volta per lui. E così vorrebbe farla bene. vorrebbe potersi muovere in argomenti che conosce. però scendere a compromessi è quasi impossibile quando entra in gioco la sua dimensione. Così un pò è nervoso, un pò silenzioso, spesso serio. Io gli porto spremute d'arancia e qualche lacrima in boccetta. Così, giusto perché quando scende la temperatura il mio umore segue i gradi e va giù.
Però insomma io vorrei spiegargli che anche la paura in questi casi è sana. che un pò di strizza ti sveglia e ti mette voglia di fare. che io, da spettatore, non vedo l'ora di tuffarmi in quelle pagine. che magari non ci capirò niente ma la sua creatività è meravigliosa. ed è raro che la creatività mi scaldi e mi renda felice. avevo imparato ad accontentarmi di doppi sensi in bianco e nero, di sfondi amari, e pensavo che probabilmente il massimo fosse quello. e invece il massimo è riuscire a far piegare le labbra all'insù, ma è la cosa più difficile.
E se è pur vero che ogni scimmia agli occhi di sua madre è una gazzella, e negarlo sarebbe ipocrita, con assoluta sicurezza posso affermare che non è il caso questo. Probabilmente la fiducia e la certezza che ogni suo lavoro sarà magnifico, quello sì, quello è di parte.
Però prima d'innamorarmi di lui mi sono innamorata delle sue rivisitazioni ciccione e dei gatti spelacchiati e del pelo del suo lupo. e allora ben vengano i pensieri e i tentativi falliti e gli scazzi. e troppi ce ne saranno. io resto lì, a camminare con lui, a gioire dei successi e piangere sui fallimenti.



insomma ne sono fiera e orgogliosa.
e qualche volta mi vanto, ecco.

martedì 13 ottobre 2009

dicono che a quarant'anni mi guarderò adesso e proverò tenerezza.

aspetto che mi vengano a salvare. tanto da sola è sempre la stessa storia.


fanculo.




[gira gira da noi stessi non si scappa. se vedi solo ombre per gran parte della vita gli occhi fanno una fatica inimmaginabile ad abituarsi a guardare il sole. tanto lo so che passa. io circoscrivo, almeno ci provo].


vorrei avere quarant'anni adesso.

sabato 10 ottobre 2009

Uno dei tanti

pregi che possiedo è il saper pazientemente sgusciare fuori dalle situazioni ed osservale da un punto di vista tutto esterno. Senza coinvolgimenti o prese di posizione, so analizzare anche le emozioni.
[Poi un giorno parleremo delle emozioni sulle emozioni].
Credo che sia un'abilità preziosa, ma che come tutte le cose meravigliose può rivoltarsi e arrecare profonde ferite. Se ti metti ad analizzare tutto oggettivamente, poi succede che finisci con l'ingoiare una quantità di sentimenti che forse sarebbe meglio liberare, per evitare di non esplodere.

Oggi per esempio.
Ho aspettato una settimana questo risveglio, per aprire gli occhi e vederlo lì. Poi alle sette del mattino comincia a piovere e lui "me ne devo andare" mi fa. Si veste e lascia la stanza, lascia me con un bacio distratto.
Ovviamente ogni tentativo di riprendere sonno è stato più che vano.
Speravo di poter riposare oggi. Speravo in nun risveglio più lento, quantomeno.
E invece sono in piedi, a masticare pensieri e respirare la pioggia.

Mi metto a pulire sperando in una risoluzione a sorpresa.
Che ovviamente non arriverà.

Buongiorno.

venerdì 2 ottobre 2009

"che tu un pò streghetta sei"

poi dopo mesi che non vedo il mio amichetto del cuore lui mi porta in un pub sporchissimo di san lorenzo. quello che ci piaceva tanto un pò di tempo fa.
il tavolo è sempre lo stesso, quello vicino al piccì che così mettiamo i video su iutub uno io e uno lui.
questa volta però mi lascia all'angolo e si chiude a giocare a scacchi, che me lo merito dice, che tutti questi mesi di latitanza me li deve far pagare. ma me lo dice col sorriso quello dolce, quello di quando mi dice "'sta cosa brutta!", quello che anche se dalla bocca escono ingiurie le labbra tradiscono chiaro e tondo che in verità non lo pensa.
e insomma stavo lì a cercare di farmi perdonare, quando al mio decimillesimo tentativo lui si alza e mi mette questa qui. "te la dedico" mi fa, una frazione prima che io glielo domandassi [che il sospetto mi era venuto]. e allora non dico di aver pianto, però io l'ho capito con vasco che quel porcospino mi vuole proprio bene a me. che noi a vasco l'abbiamo sempre odiato, però st'estate gli era capitato di sentire questa e m'aveva pensato. "che tu un pò streghetta sei", mi fa. e ride. e io non lo abbraccio perché quando mi coccola così io sto lì che non so che fare. che in realtà il nostro rapporto è fatto di tanti battibecchi, qualche insulto rigorosamente pesante, e dispetti, tanti, troppi dispetti.
e mentre l'ascoltavo pensavo che è proprio una gran fortuna che lui è il mio amico. perché un amico che ti osserva di nascosto senza mettere mai bocca in quello che sei, e nelle scelte che fai. un amico che ti lascia la libertà di sentirti come vuoi quando vuoi, senza incasellarti mai, non ce l'hanno tutti. e se ce l'hanno allora sono contenta ma non credo. un amico che poi però alla fine esce fuori che ti conosce come ti conosci tu. che pensa la stessa cosa quando la pensi tu.

e niente. questo frangente della serata l'avevo rimosso, chissà perché. è tornato a galla adesso. e volevo fissarlo. che poi a lui 'ste cose non gliele dirò mai.
però che gli voglio bene, un giorno, troverò il modo di farglielo sapere.